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Le acque salsobromoiodiche nella cura delle riniti allergiche e dell'asma bronchiale

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Curarsi con l'aiuto delle acque termali. Il parere dello specialista.

Sicuramente interessante è il trattamento, tramite acque salsobromoiodiche, della sindrome rinobronchiale: questa patologia si viene a determinare quando i processi infiammatori delle prime vie aeree compromettono la funzione e lo stato immunitario dell'intero albero tracheo-bronchiale fino a condurre ad una sintomatologia asmatiforme.

A questa teoria, definita come “discendente”, supportata in letteratura dalla maggior parte degli autori, si contrappone la teoria “ascendente” dove l'insorgenza del processo patologico a livello rino-faringo-sinusale è conseguente al propagarsi di una affezione morbosa dalle basse vie respiratorie.
La frequente associazione tra patologie delle vie aeree superiori e inferiori riscuote interesse fin dall'antichità.

Non è quindi da sottovalutare la facilità con cui tali fenomeni patologici si manifestano:

  • nella metà degli asmatici viene riscontrata rinite,
  • in più del 15% dei pazienti affetti da rinite allergica si ha asma.

Nonostante coesistano frequentemente sinusite e asma (il 40-60% dei pazienti con asma presentano anormalità radiografiche dei seni paranasali) tanto che secondo alcuni Autori rimane qualche incertezza se tra i due quadri patologici sia presente una relazione causale o se essi siano l'espressione clinica di un identico processo patologico nei vari distretti dell'apparato respiratorio. Tra i principali meccanismi patogenetici riportiamo lo scolo di secrezioni mucopurulente dal rinofaringe (nasal grupping) ed i riflessi naso-bronchiali; lo stimolo infettivo cronico aumenta localmente i mediatori dell'infiammazione e provoca il danneggiamento delle cellule epiteliali della mucosa respiratoria polmonare provocando così l'esposizione dei recettori irritativi bronchiali. Questo spiega come modici stimoli a partenza nasale possano dare origine ad una esaltata broncoreattività.

Il fatto poi che non tutti i pazienti affetti da rinosisinute siano asmatici dimostra l'importanza della flogosi a livello bronchiale nel determinare l'esaltazione di una risposta riflessa.

Il naso è sicuramente la sede primaria dell'evento patologico che sarà poi in grado di determinare lo scatenarsi della sindrome rinobronchiale; anche dal punto di vista fisiologico la presenza dei riflessi rinobronchiali, qualora vengano elicitati, può portare a broncocostrizione. La zona definita asmatigena si localizzerebbe dal margine inferiore del turbinato medio fino alla lamina cribrosa dell'etmoide conglobando le superficilaterali e settali.

Non vanno altresì sottovalutate le costituzioni atopiche, ove possono comparire sindromi che sono spesso caratterizzate da rinorrea primaverile e che, in contemporanea o successivamente, possono manifestare broncopatia asmatica. In questi casi l'ostruzione nasale e il riscontro di eventuali formazioni polipoidi non vanno considerati come primum movens della malattia bronchiale, ma come fenomeni contemporanei o successivi alla diatesi allergica; naturalmente, quando alla poliposi nasale si associa un'infezione legata a stimoli flogistici, la rinosinusopatia assume un ruolo determinante nel causare la patologia bronchiale.

Il paziente di solito, inizialmente, giunge all'osservazione dello pneumologo per essere curato per la patologia asmatica con quadro di broncopatia ipersecretiva, anche se riferimenti alla patologia nasale appaiono chiari: sensazione costante di naso chiuso e raffreddori che vengono definiti perenni. Naturalmente nel quadro clinico si può avere la prevalenza della componente respiratoria o di quella otoiatrica: nelle fasi giovanili prevale la componente rinopatica soprattutto quando è presente un concomitante quadro allergico, in quanto non si è ancora stabilizzata l'evoluzione recettoriale del bronco; nell'adulto invece, dove per abitudini di vita o per attività lavorative ci sono le basi per una pneumopatia cronica, la broncopatia viene scatenata dalla rinosinusite o dalla patologia polipoide e l'azione dei processi infiammatori potenzia il sistema dei riflessi giungendo a manifestazioni asmatiformi.

                                                                                   

In alcuni casi di infezioni, caratterizzate da una carica aggressiva tale che consenta loro di bypassare rapidamente le difese locali delle alte vie aeree e localizzarsi a livello delle vie aeree inferiori, rinosinusopatia e broncopatia possono iniziare contemporaneamente: alcuni esempi sono dati da morbillo, varicella, influenza, infezioni stafilococciche e steptococciche. E' comunque evidente che nei casi di non perfetta guarigione possano originare sequele rinitiche e sinusitiche eventualmente associate a bronchiectasie che, a distanza di anni, attraverso riacutizzazioni con diffusione canalicolare di materiale infetto, possono favorire l'insorgenza di asma bronchiale: si tratta di forme in cui prevale la componente asmatica con minore incidenza di quella bronchitica.
In una delle prime fasi evolutive della patologia è dominante la componente rinosinusitica: sia broncostruzione dovuta principalmente al fatto che le secrezioni rinofaringee durante la notte scivolano verso le vie aeree inferiori; al mattino poi il paziente con la tosse provoca la detersione spontanea dei bronchi che, irritati dalle secrezioni notturne, rispondono allo stimolo con una reazione di tipo spastico; il periodo di benessere corrisponde in genere quello estivo che, spesso grazie anche all'aria secca ed ai lavaggi con acqua marina, porta a ridurre la sintomatologia naso-sinusale. Durante il periodo invernale è frequente la presenza di algie cranio-facciali che si possono scatenare con la semplice pressione sui punti di repere classici delle sinusiti etmoido-frontali o etmoido-mascellari.

Caratteristici sono anche gli episodi di disfonia dovuti a processi infiammatori laringei.

La patologia bronchiale invece si manifesta, in una bronchite cronica enfisematosa, con un'insufficienza respiratoria di tipo ostruttivo caratterizzata da riduzione del flusso bronchiale e broncoreattività aspecifica esaltata.
Il trattamento ottimale può essere costituito dall'intervento farmacologico sia sul distretto di pertinenza otorinolaringoiatrico sia su quello pneumologico.
Alcuni farmaci, come gli steroidi intranasali, a seconda dei casi adiuvati anche da una concomitante terapia antibiotica, sono in grado di agire su ambedue gli apparati, grazie alla loro potente azione antinfiammatoria, sono raccomandabili sia per il trattamento della rinosinusite che dell'iperattività bronchiale e quindi dell'asma. Questi presidi farmacologici oltre a migliorare la sintomatologia agiscono anche nell'aiutare le risoluzioni delle alterazioni radiografiche dei seni paranasali.
Un'altra classe di farmaci che,oltre al trattamento di un processo sinusitico, è in grado di migliorare i sintomi respiratori nei pazienti con asma è quella degli antistaminici.
Le forme associate di rinosinusite e asma possono trarre vantaggio anche dagli antileucotrienici, soprattutto nei pazienti che, avendo un'ipersensibilità all'acido acetilsalicidico, si caratterizzano per una anormale produzione di leucotrieni.

Nei pazienti allergici è invece sempre consigliabile attuare le caratteristiche profilassi antiallergiche.

 Conclusioni

Durante tutte queste possibili soluzioni terapeutiche risulta di particolare utilità associare i lavaggi delle cavità nasali con soluzioni salsobromoiodiche che consentono, se eseguite prima della somministrazione farmacologica, un migliore assorbimento del farmaco ed inoltre permettono di avere un'adeguata idratazione e umidificazione locale, vista la facilità con cui alcuni farmaci portano alla secchezza delle mucose.

Come abbiamo visto, poi, per un trattamento prolungato essi si sono dimostrati capaci di ridurre significativamente la sintomatologia clinica soggettiva di pazienti affetti da rinite allergica e di determinare significativa riduzione del livello plasmatico di IgE totali, ciò che porta alla nostra attenzione,accanto agli effetti fisici, chimici, alle proprietà detergenti, la possibilità, diretta o mediata, di effetti biologici sulle reagine responsabili delle risposte medesime.

Dott. Giulio Brivio
Medico Chirurgo
Specialista in allergologia, immunologia e fisiopatologia respiratoria

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