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I TEST DI LABORATORIO

I test di laboratorio per i materassi italiani di qualità in accordo con la normativa vigente: come si svolgono e cosa prendono in esame.

Per misurare oggettivamente la qualità, il materasso è sottoposto a prove che simulano le condizioni d’uso che si verificano durante il suo utilizzo.
Le prove, eseguite in laboratori accreditati, sono due di due tipi: dimensionale e di durabilità.

La prova dimensionale

La prova dimensionale fa riferimento alla norma UNI EN 1334 che definisce i metodi di misurazione e le tolleranze. Secondo un preciso protocollo viene rilevata la larghezza, la lunghezza e l’altezza del materasso e il valore che si ottiene è la media tra i diversi punti di misurazione. In concreto la prova fornisce le precise dimensioni che il produttore riporterà nell’informazione al consumatore per consentire a quest’ultimo il corretto abbinamento del materasso con la rete di appoggio, il letto e la biancheria (coprimaterasso, lenzuola, coperte, copriletto e trapunta imbottita).

La prova di durabilità

La prova di durabilità si riferisce alla norma UNI EN 1957. Viene eseguita con un’attrezzatura in grado di simulare l’applicazione ripetuta dei carichi e dei movimenti. Durante il sonno ogni qualvolta che il corpo cambia posizione, il materasso riceve una sollecitazione. Il test, dunque, ha lo scopo di valutare le variazioni delle proprietà del materasso in seguito all’uso reale simulato da un rullo la cui massa complessiva pesa 140 Kilogrammi.

Come si effettua il test?

Prima di effettuare il test il materasso viene riposto in una cella di condizionamento a temperatura e umidità dell’aria costanti.  Il calore e il sudore rilasciato dal corpo durante il riposo notturno danneggiano gli strati interni del materasso. Anche le condizioni presenti nell’ambiente domestico influiscono nel deterioramento dei componenti: il caldo umido delle giornate afose, l’umidità nelle giornate di pioggia e il calore rilasciato dagli impianti di riscaldamento quando fa freddo giocano un ruolo determinante. Dopo 7 giorni di cella il materasso è pronto per la prova del rullo. 
Prima dell’inizio e al termine della prova si misurano la curva di carico deformazione, il valore della durezza del materasso (intesa come resistenza allo schiacciamento provocato da un piattello di forma e dimensioni adatte) e la sua altezza.

La norma prevede il passaggio del rullo per un numero standard di 30.000 cicli sulla superficie del materasso in corrispondenza della zona centrale, quella che sostiene il busto, il bacino e le gambe. Rispetto a quanto previsto dalla norma europea il Consorzio ha definito nel suo Regolamento, a maggior tutela del consumatore, di far procedere la prova di durabilità fino a 45.000 cicli, il 50% in più di quanto previsto dal CEN (Comitato europeo di normazione).

La norma prevede anche la prova di resistenza del bordo per verificare che quest’ultimo sopporti le sollecitazioni ogni qualvolta la persona si siede e si alza dal letto. Al termine del test si controlla che non ci siano difetti visivi evidenti, come presenza di strappi e/o apertura delle cuciture, rottura e/o sporgenza di molle, fori o strappi del tessuto o nei materiali interni.

In ambito internazionale la prova di durabilità fa riferimento alla norma ISO 23769. Le attrezzature e le modalità della prova sono le stesse della norma 1957. La norma ISO si differenzia rispetto alla norma europea 1957 perchè considera come campo di applicazione i materassi per adulti ad uso domestico e non, che abbiano una altezza uguale o superiore ai 100 mm. con dimensioni (larghezza e lunghezza) uguali o superiori a 1000x750 mm. La norma ISO inoltre introduce la prova opzionale d'urto che simula, attraverso un corpo di 25 kg. fatto cadere da una altezza di 180 mm per 10 cicli in 7 posizioni differenti, l'uso improprio del manufatto (esempio i bambini che saltano sopra al materasso). Anche in tal caso si valutano, a prova ultimata, eventuali rotture, deformazioni e perdita di altezza del materasso.

La conformità del campione sottoposto ad esame è rilasciata dal laboratorio previa verifica delle variazioni con i requisiti richiesti dalla norma UNI 10707 che stabilisce i limiti entro i quali devono rientrare i parametri presi in esame. Quest’ultimi si riferiscono alla perdita di altezza e alla durezza del materasso e grado di rigidità.

Per misurare il grado di rigidità del materasso (Hs) si utilizza una scala graduata da 01 a 10. La misurazione viene effettuata prima e dopo il test di prova. Il coefficiente Hs attraverso valori bassi esprime un grado elevato di rigidità del materasso, mentre valori molto alti fanno riferimento ad un elevato grado di sofficità. 

In buona sostanza l’utilizzo prolungato negli anni fa perdere al materasso le caratteristiche funzionali di sostegno, di elasticità e resilienza. I requisiti prestazionali e di comfort si indeboliscono e con il tempo anche gli aspetti igienici ne sono compromessi dall’uso. 

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