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Fine uso e riciclo: quale futuro per il materasso

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Si parla di fine uso di un prodotto quando non serve più al suo scopo perché divenuto vecchio e obsoleto, oppure si è danneggiato al punto da doverlo sostituire con uno nuovo.

In altre parole è la fine della vita di un prodotto che passa quindi alla fase del Post-Uso ed entra nei processi relativi alla gestione dei rifiuti: il riciclo, il riuso o la rigenerazione, lo smaltimento in discarica o l’incenerimento.

Che fine fa oggi un materasso quando finisce la sua vita?

Una volta completato il proprio ciclo di vita, anche per il materasso arriva la fase di post-utilizzo diventando a tutti gli effetti un rifiuto urbano. Trattandosi di un oggetto ingombrante sia per peso che per dimensioni, viene generalmente smaltito in discarica o presso gli inceneritori, con non poche difficoltà e costi per la collettività. Un materasso matrimoniale della misura standard di 160x190 cm. mediamente pesa intorno 30 kg circa e frequentemente è costruito con materiali molto diversi tra loro e assemblati con tecniche più o meno articolate in relazione alle diverse tipologie.

Due sono quindi i problemi che un materasso presenta a fine uso. Da una parte in Italia esistono ancora pochi centri specializzati nel disassemblaggio per il riciclo dei materiali che compongono i materassi. Quindi troppo spesso questi finiscono ancora nelle discariche o negli inceneritori per la mancanza di chi si occupa del riciclo o di chi si occupa fisicamente di fare arrivare i materassi in questi centri.

Ma esiste un’altra problematica, altrettanto importante, che è la complessità del recupero dei singoli materiali di cui è composto un materasso. E quanto più complesso e multi-materico è il materasso, tanto più difficile ed oneroso diventa il recupero dei materiali per il loro riciclo. 

                                                                      

Quali materiali possono essere recuperati dai materassi a fine uso?

Attività di recupero dei materiali che compongono il materasso a fine uso sono già operative e con risultati interessanti sia a livello nazionale che internazionale.  Secondo i dati rilasciati da Seco Srl, azienda italiana specializzata nel settore della raccolta e del trasporto dei rifiuti che opera nella gestione integrata della filiera dei rifiuti per il riutilizzo delle risorse, la ripartizione dei materiali riciclabili di un materasso è mediamente così composta:

  • Poliuretano/Lattice 25%
  • Acciaio 30%
  • Lana/Cotone 10%
  • Feltro 10%
  • Ovatta (mix tra fibre naturali e sintetiche) 10%

Ad oggi, secondo Seco Srl, un restante 15% non viene recuperato ed è conferito a rifiuto: sono le cover, i bottoni, le cerniere, la fibra di cocco.

La nuova sfida del mercato: l’economia circolare

È comunque evidente che l’attuate sistema produttivo del settore materassi è ancora nettamente lineare e non sarà più sostenibile negli anni a venire. Per avviare un cambiamento in grado di generare benefici ambientali e sociali, ma anche per nuove opportunità di mercato, il modello di riferimento è e sarà quello dell’economia circolare.

Il recente PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha ripreso infatti quanto stabilito dall’Unione Europea già nel maggio 2018, associando l’economia circolare a obiettivi ben precisi di riciclo dei rifiuti urbani. Entro il 2025 il 55% dei rifiuti solidi urbani dovrà essere riciclata, per poi passare al 60% entro il 2030 e al 65% entro il 2035, fissando un limite massimo di smaltimento in discarica non superiore al 10%. 

La nuova sfida che i produttori di materassi hanno davanti è come rispettare i principi dell’economia circolare e del riciclo dei suoi componenti a fine uso, conciliando il tutto con l’incessante attività di ricerca e sviluppo che la propria azienda realizza alla ricerca di sempre migliori prestazioni in termini di comfort e salubrità. Oggi si parla infatti di Eco Design, ossia della progettazione che assegna ai criteri di sostenibilità lo stesso peso delle altre variabili tecniche, funzionali, estetiche, ergonomiche, ed economiche.

Se l’Eco Design bilancia la complessità di queste variabili con l’esigenza di avere un manufatto che tenga conto della riciclabilità dei materiali di cui è composto, non si può però non considerare una variabile quale la durabilità stessa dei prodotti. Tanto più infatti un materasso avrà una vita lunga, minore sarà la necessità di sostituirlo a breve. Il che significa riduzione delle risorse da impiegare per fabbricarne di nuovi e minore quantità di rifiuti prodotta. Un indicatore della durabilità è ad esempio la capacità del prodotto di svolgere le sue funzioni sotto la sollecitazione di carichi statici che simulano l’utilizzo nel tempo. Sono prove di fatica e resistenza misurabili oggettivamente attraverso l’applicazione delle norme volontarie UNI EN vigenti.

Il Consorzio Produttori Italiani Materassi di Qualità fin dalle origini ha sempre posto al centro dei propri criteri di valutazione qualitativa la durabilità, intesa come resistenza all’uso e mantenimento nel tempo delle originarie caratteristiche prestazionali.

Resta il fatto che il nuovo orizzonte dell’economia circolare genera per le aziende consorziate un impegno ulteriore per delineare nel futuro prodotti in grado di soddisfare i principi di sostenibilità.

                         Lunarossa Somnium

                      Dormiglione Lordflex's

                          Lagon Maxitalia

                         Bioenergy Simam

-> Leggi "Le norme: quando un materasso può definirsi di qualità"

-> Leggi "Un materasso non si distrugge ma si trasforma"
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