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Insonnia, ansia e qualita' della vita

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Ridurre lo stress quotidiano e ritornare ad una vita equilibrata è importante anche per evitare l'insonnia. Ecco perchè

C’è una forte correlazione infatti tra insonnia e disturbi d’ansia, e spesso si influenzano a vicenda creando un circolo vizioso per cui stati di stress eccessivo e pensieri ossessivi impediscono un sonno ristoratore e l’insorgere di problemi del sonno può acuire stati d’ansia preesistenti. Ecco perché è importante ridurre lo stress quotidiano e ritornare ad una equilibrata qualità della vita.

Ci spiega tutti i dettali di questo particolare rapporto il Dott. Giorgio Odone, Medico Chirurgo Specialista in Neuropsichiatria Infantile Psicoterapeuta, Psichiatra presso l'Ospedale di Treviglio (BG).

Tutti noi, per garantire buoni livelli di adattamento ai ritmi frenetici della società globalizzata, abbiamo bisogno di dormire un numero minimo di ore, che varia da individuo a individuo. Il sonno inoltre, per essere ristoratore, deve rispettare una propria “architettura”, deve contenere cioè una serie di pattern (schemi ricorrenti) di attività cerebrale necessari all'equilibrio mentale, che non possono essere prodotti durante la veglia.

Infine il sonno deve essere stabile e profondo, goduto possibilmente in un ambiente protetto e confortevole a partire dal proprio cuscino e materasso. E' esperienza comune che la mancanza di questi requisiti può essere tollerata per periodi brevi (un lutto, un viaggio, un esame), ma che alla lunga essi diventano indispensabili per assicurare livelli accettabili di attenzione e di interazione con l’ambiente.

Tra gli effetti negativi sulla salute causati dalla deprivazione di sonno, possiamo annoverare conseguenze negative sulle prestazioni e sulla produttività del lavoro, gravi problemi di sicurezza nelle strade causati da frequenti colpi di sonno al volante, patologie mediche come un maggiore  rischio di sviluppare il diabete di tipo 2, l’ipertensione, la dislipidemia ed il precoce invecchiamento, per i quali il sonno sembra costituire il fattore fisiopatologico di collegamento con gli eventi stressanti psicosociali. A questo si aggiunge una più elevata probabilità di problemi cardiaci e oncologici.

Altrettanto consolidate sono le evidenze sul ruolo dell’insonnia nell’insorgenza di disturbi d’ansia e dell’umore. Le indagini epidemiologiche portato a ipotizzare che spesso l’insonnia precede e facilita la comparsa di fenomeni psicopatologici d’ansia e dell’umore, svolgendo un ruolo di perturbazione, o più semplicemente segnalano un processo comune che si esprime sul versante neurovegetativo e somatico con la frammentazione del sonno e la perdita del suo ruolo ristoratore e su quello psichico con l’esperienza ansiosa o depressiva. 

Ma i rapporti tra sonno e ansia non sono solo in un'unica direzione, entrambi si influenzano a vicenda. Per esempio, l'ansia conduce spesso un individuo a percepire un sintomo più seriamente di come lo giudicherebbero altre persone meno agitate. Un comune modello cognitivo dell'ansia suggerisce che quando l'individuo ansioso percepisce un sintomo come l'insonnia, mostra un'apprensione che conduce ad un'eccessiva fissazione sul sintomo stesso, percepito come una minaccia; ciò si accompagna a manie di controllo e alla ricerca di continue rassicurazioni.

E' probabile che a lungo andare il sintomo venga interpretato come patologico, aumentando a sua volta l'apprensione e creando un circolo vizioso, che può portare realmente alla cronicizzazione dell'insonnia e a disturbi di tipo ossessivo e ipocondriaco.

                                                                                                              

L’insonnia è molto diffusa nella società moderna.

Ciononostante, la sonnolenza diurna e gli altri disturbi conseguenti all’insonnia sono elementi di rischio sottovalutati. Ancora oggi l’insonnia nel contesto generale della medicina non viene considerata né una malattia né una sindrome, ma tutt’al più un sintomo o un disagio personale. Oppure viene considerato l’aspetto psicologico di questa disturbo e lo si fa gravitare direttamente nell’orbita delle malattie psichiatriche, trascurando completamente i fattori neurofisiologici che la determinano.  

Molte persone tuttavia sono diventate consapevoli che la messa in atto di comportamenti e di condotte disordinate nella vita di tutti i giorni può provocare disturbi del sonno, che non sono vere malattie ma disordini che nascono dal mancato rispetto di regole che preservano l’integrità fisiologica del sonno. E' importante avere la consapevolezza che un sonno notturno ristoratore sia indice di buona salute: garantire un buon sonno significa investire in benessere, prevenendo complicazioni serie e migliorando profondamente la qualità della vita.

-->Leggi anche "Come indagare i disturbi del sonno"

Dott. Giorgio Odone
Medico Chirurgo
Specialista in Neuropsichiatria Infantile Psicoterapeuta
Psichiatra presso l'Ospedale di Treviglio (BG)

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